San Rocco
Livello 4
La storia di San Rocco di Montpellier: pellegrino e taumaturgo francese

San Rocco di Montpellier presenta molti tratti in comune con San Francesco d’Assisi, del quale fu un
devoto e fervente epigono. Anch’egli era ricco di nascita, baciato dalla fortuna
con un aspetto avvenente, una mente ricca e viva, alimentata dagli studi
universitari e da una curiosità naturale per il mondo. Fin da giovanissimo,
Rocco manifestò una devozione sorprendente. Educato e incoraggiato dalla madre,
donna pia e devota a sua volta, decise ben presto di dedicare la
propria vita alla preghiera e soprattutto al bene degli altri.
La sua vicenda umana si dispiega nell’Europa della
metà del 1300, funestata dal flagello della peste. Questo giovane uomo
dall’aspetto delicato, come lo raffigurano i dipinti e le statue di San Rocco
ancora visibili nelle chiese di tutto il mondo, non esitò a lasciare la
sicurezza della casa paterna per mettersi in viaggio e portare conforto e
salvezza agli ammalati e ai sofferenti. Fu in Italia che le sue doti
taumaturgiche si manifestarono: bastava il tocco della sua mano
benedetta per guarire i malati abbandonati dai loro stessi parenti.
Le statue di San Rocco lo rappresentano
in veste di pellegrino, con il tabarro, il cappello a tesa larga, un bastone da
viaggio a cui erano assicurate conchiglie per raccogliere l’acqua e una zucca
vuota per conservarla, la bisaccia a tracolla. Altre statue di San
Rocco lo raffigurano mettendo in evidenza le sue doti di guaritore:
egli era anche un ex studente di medicina, e così viene presentato con in mano
le lancette che venivano utilizzate per incidere i bubboni della peste. E dal
momento che anche lui venne contagiato, a un certo punto, viene presentato
anche con i segni del morbo, una ferita sulla coscia che sembra stillare
sangue.
Si dice che egli avesse una
voglia a forma di croce sul petto, all’altezza del cuore. Per questo i
ritratti di San Rocco presentano spesso questo particolare decoro sugli abiti
del Santo.
Sempre nelle raffigurazioni di San Rocco
troviamo un angelo e un cane: entrambi confortarono il Santo durante la
malattia, il primo promettendogli la guarigione, il secondo portandogli ogni
giorno un tozzo di pane perché potesse sostentarsi.
San Rocco tornò in patria e venne
imprigionato dai suoi stessi parenti che, non riconoscendolo, lo scambiarono
per una spia. Fu solo dopo la sua morte avvenuta in prigione che il
riconoscimento avvenne. Accanto al proprio corpo il Santo aveva lasciato una
tavoletta con la scritta: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato
da questo flagello.” Per questo ancora oggi egli è patrono dei Malati
infettivi, degli Invalidi e dei Prigionieri.
Da La storia di San Rocco di
Montpellier: pellegrino e taumaturgo (holyart.it)
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